Moduli
Si affronterà, in primo luogo, l’analisi dell’integrazione sociosanitaria per le cure primarie e il sistema integrato per le cure domiciliari. Seguirà un focus sull’ “impresa sociale”, dal punto di vista degli strumenti per la progettazione, la programmazione dei servizi e la gestione dei processi. Mentre una particolare attenzione verrà posta sul sistema informativo integrato, secondo il progetto della “salute in rete”. Saranno, infine, analizzati i LEA e i LIVEAS alla base del nostro sistema sanitario e sociale, secondo i dettami della Costituzione e gli interventi legislativi successivi, nonché gli eventuali interventi clinico-assistenziali aggiuntivi a carico delle Regioni. Proponendo una riflessione sull’esigenza di una reale integrazione socio-sanitaria, a partire dalle esperienze realizzate nelle diverse realtà regionali resa ancor più necessaria dall’evoluzione della domanda di salute e dal modo in cui le variabili economiche, sociali e culturali interagiscono con la dimensione sanitaria. Verranno, inoltre, forniti strumenti conoscitivi ed approfondimenti sul ruolo che, nell’integrazione socio-sanitaria, rivestono: le Regioni, le AASSLL attraverso i distretti, i Comuni attraverso gli Uffici di Piano, il terzo settore nelle sue variabili no profit e for profit.
Si analizzeranno alcune discipline alla base del management socio-sanitario, dall’economia sanitaria alla statistica sanitaria, dall’epidemiologia, nelle sue diverse accezioni, alla bioetica e analisi organizzativa dei servizi socio-sanitari. Si esamineranno, in seguito, gli aspetti organizzativi del SSN, in particolare gli assetti delle ASL, delle AORN e degli Istituti di Ricerca Pubblici di Rilievo Nazionale (IRCCS), la dipartimentalizzazione dei servizi e la rete dei servizi territoriali, insieme alla tecnica e programmazione ospedaliera. Si analizzeranno, inoltre, gli strumenti di pianificazione, Piano Sanitario Nazionale diretto alle Regioni e Piano Sanitario Regionale rivolto alle Aziende Sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere. Con le Aziende Sanitarie Locali strutturate a loro volta in Dipartimenti, Distretti e Presidi Ospedalieri, con i relativi compiti di assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera.
Distinzione delle fonti di finanziamento del SSN, nell’ambito della legge annuale di spesa: entrate proprie delle aziende sanitarie (ticket e ricavi), fiscalità generale delle Regioni e bilancio dello Stato, a livello integrativo o sostitutivo. Analisi della rilevanza della mobilità sanitaria all’interno del sistema di finanziamento. Verranno presi in esame anche i meccanismi di inclusione delle prestazioni a carico del SSN, la tariffazione delle prestazioni sanitarie e il sistema DRG ospedaliero. Il problema del finanziamento di specifiche aree di assistenza, come i servizi sanitari territoriali va affrontato dal livello di finanziamento macro, relativo all’intero sistema sanitario per passare poi al livello intermedio o meso, quando dal finanziatore centralizzato i fondi transitano al livello intermedio, ad esempio regionale, e finire al livello micro, in cui si devono individuare opportuni metodi di finanziamento dei fornitori dei servizi sanitari. L’applicazione delle tecniche di capital budgeting nel SSN, infine, costituiscono un’ opportunità di scelta di “spesa produttiva”. Verrà analizzato il flusso del Fondo Sanitario Nazionale (FSN), il ruolo del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), del Ministero della Salute, della Conferenza Stato Regioni e delle Regioni stesse.
Si analizzeranno il processo di formazione delle priorità e degli obiettivi, nel breve e medio periodo, ossia la programmazione annuale e la pianificazione strategica, definendo un primo livello di programmazione, seguito dalla formulazione del budget, lo svolgimento delle attività previste e loro misurazione tramite il controllo di gestione, con l’uso del reporting come azione di feedback e valutazione, per eventuali modifiche alla strategia operativa, revisione dei programmi e azioni correttive. Verranno approfondite la nozione di budgeting, come gestione delle risorse, ossia una suddivisione economica del budget che l’azienda mette a disposizione per raggiungere precise finalità nell’ambito dei reparti e l’analisi della struttura e dei contenuti del bilancio, pluriennale e di previsione annuale, suddiviso per contabilità economico-patrimoniale e contabilità analitica con i centri di costo e di responsabilità. Verrà analizzato il ruolo del Sistema Informativo Aziendale (SIA) anche alla luce dell’utilizzo dell’informatica e delle nuove tecnologie.
Si affronterà l’analisi dei bisogni, la progettazione dei servizi in sanità e la riorganizzazione dei servizi di assistenza territoriale, con un focus sul case management sui principi, tecniche e modelli operativi. Ci sarà un approfondimento sull’acquisizione delle principali leve della progettazione, sia a livello macro che micro, con i principali parametri coinvolti, definizione delle posizioni organizzative, modelli di OL (Organizzazione del Lavoro), logiche di raggruppamento delle risorse, accentramento e decentramento delle decisioni, fino alla implementazione della macrostruttura, definizione delle microstrutture e dei meccanismi di coordinamento delle attività.
La comunicazione aziendale, istituzionale e la trasparenza dell’azione pubblica nel contesto sociosanitario, precedono il fondamentale tema della comunicazione sanitaria, tra professionisti sanitari e paziente. Questa forma di comunicazione terapeutica risulta particolarmente efficace per l’esito dell’assistenza e cure, con evidenti vantaggi sul piano della cultura della qualità delle pratiche assistenziali, in un’ottica di multidisciplinarietà ed interprofessionalità. La “relazione d’aiuto”, in particolare, coinvolge in pieno il personale infermieristico e gli operatori socio sanitari (OSS), sempre più consapevole di essere un punto focale per la salvaguardia della sicurezza del paziente, riconoscendo il loro impatto sugli outcome sanitari, nell’ambito degli indicatori di valutazione della qualità, con evidenti vantaggi finanziari, clinici, dello stato di salute e soddisfazione del paziente. Una particolare attenzione sarà posta al nuovo ruolo degli operatori delle professioni sanitarie e alla loro autonomia operativa, sancita dalle norme istitutive dei relativi profili professionali, nonché degli specifici codici deontologici (legge 43/2006 e 189/2007), per l’accesso alla qualifica unica di Dirigente delle professioni sanitarie (secondo il DCPM 25 Gennaio 2008), tutte norme che cambiano sostanzialmente, in senso evolutivo, lo scenario paziente-medico- professioni sanitarie, definendo i requisiti per l’accesso alla qualifica unica di dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione di ostetrica. Mentre sul piano della gestione delle risorse umane si affronteranno i temi della comunicazione nei processi formativi e delle leve di gestione per le performance attese, affrontando le tematiche dei contenuti motivazionali e competenze distintive che convergono nella realizzazione dei processi motivazionali secondo lo schema sforzo, prestazione e soddisfazione in un contesto organizzativo caratterizzato dall’equità percepita.
La cultura sanitaria può essere intesa in una duplice accezione, interna ed esterna: analizzare i modelli organizzativi interpolati dalla cultura aziendale, istituzionale, professionale, nonché il clima, ossia l’atmosfera che si respira nelle strutture operative e investire nella prevenzione secondo i canoni della sanità d’iniziativa. Nel primo caso l’attenzione è posta sui fattori che possono spiegare, e successivamente, aiutare a massimizzare l’obiettivo dell’efficienza e della performance delle organizzazioni e, nello specifico, delle organizzazioni sanitarie, secondo i principi dell’ “intangibile in sanità”. L’approccio scelto è quello riconducibile all’ambito teorico che vede nella cultura e nel clima organizzativo, un forte fattore di determinazione del funzionamento organizzativo. Nel secondo caso si tratta di un’azione preventiva per migliorare la qualità della vita, agendo in particolare sui principali fattori di rischio delle malattie cronico-degenerative di grande rilevanza epidemiologica, con riferimento al Chronic Care Model. A livello internazionale sia L’OMS che la Comunità Europea sono impegnate con significativi programmi sull’obiettivo “guadagnare salute”, puntando sulla prevenzione e l’educazione, basandosi sull’interazione proficua tra il paziente (reso più informato con opportuni interventi di formazione e addestramento) ed i medici, infermieri e operatori sociosanitari, con evidenti ricadute positive sul piano della qualità dell’assistenza e della sostenibilità economica.
Il concetto di qualità riferito alle strutture sanitarie ha una molteplicità di campi di applicazione e indicatori per la misurazione e valutazione delle attività, di efficacia, appropriatezza ed efficienza. Le variabili in gioco sono essenzialmente tre: la struttura, i processi e gli esiti. Ossia la qualità organizzativa delle risorse, la qualità professionale delle prestazioni e i cambiamenti dello stato di salute a seguito dell’intervento messo in atto, in particolare questo terzo punto si riferisce alla qualità percepita dal paziente e dal contesto di riferimento. Si farà poi riferimento al sistema di valutazione delle organizzazioni sanitarie, con i processi di accreditamento e certificazione. In seguito si analizzeranno il posizionamento strategico dell’ “impresa sociale” in sanità e la valutazione della qualità dei servizi erogati. Verranno, inoltre, esaminate le fasi del ciclo della Verifica e del Miglioramento Continuo della Qualità. Completano il quadro, il riferimento alla clinical governance, in tutti i casi in cui i cambiamenti sono sistemici e non isolati o sporadici, integrando strumenti metodologici come la medicina basata sulle prove (evidence- based – medicine, EBM) e il risk management in sanità.
In questo modulo, infine, si valuteranno le diseguaglianze di genere, la salute e l’immigrazione, il problema non marginale delle medicine non convenzionali, tutte tematiche sostenute dai fondamenti disciplinari della Antropologia medica, che analizza, in particolare, l'interpretazione dei malesseri e delle malattie e i sistemi di difesa della salute nei vari contesti sociali e nelle differenti civiltà, la pluralità dei saperi e delle pratiche di salute tra le differenti culture. Sul piano teorico e a livello operativo, i problemi della calibrazione dei servizi sanitari nelle società multiculturali e la vasta e complessa fenomenologia che costituisce il "versante sociale e culturale" delle dinamiche di salute/malattia. Verrà approfondito il ruolo delle differenze regionali, base delle diseguaglianze di salute, in particolare tra regioni del centro-nord e del sud Italia, e dei conseguenti effetti: speranza di vita alla nascita, morbilità e mortalità, tutti indicatori dello stato di salute delle popolazioni.